Fare il genitore è come scalare l’Everest. Anime coraggiose ci provano perché hanno saputo che sarà un’impresa incredibile. Ci provano perché credono che arrivare alla vetta, o anche solo provarci, sia un risultato enorme. Ci provano perché durante la scalata, se riescono a prendersi un attimo di pausa, a distrarsi dalla fatica e alzare lo sguardo, godono di una vista mozzafiato. Ci provano perché, anche se è così dura, ci sono momenti che valgono la pena. Sono istanti talmente intensi e unici che molti, quando arrivano alla vetta, cominciano quasi subito a progettare una nuova scalata.
Glennon Doyle citata da Claudio Rossi Marcelli
Il sostegno alla genitorialità è un percorso con un numero di incontri definito che aiuta le coppie o i singoli genitori nel migliorare la relazione con i figli e le dinamiche familiari, agevolando la crescita di ogni membro della famiglia. Generalmente un percorso di sostegno alla genitorialità serve ad ampliare le risorse dei genitori (ma spesso anche dei figli) e migliorare la qualità del clima familiare attraverso una maggiore consapevolezza.
Per chi
È adatto a chi vive difficoltà specifiche riguardo al suo ruolo genitoriale come:
- Ha un rapporto conflittuale con i propri figli e desidera cambiarlo
- Si trova davanti ad una nuova tappa evolutiva del proprio figlio e non sa come comportarsi
- Non sa come far rispettare le regole
- Vede il proprio figlio in difficoltà e non sa come poterlo aiutare
- Genitori che desiderano capire meglio come comportarsi di fronte ad eventi specifici come separazioni, formazione di una nuova famiglia.
Non è per chi
- Non è disposto a condividere la propria esperienza emotiva come genitore.
Come e dove
Gli incontri si svolgono nel mio studio in Via Antonio Zannoni 45, oppure online.
Durano un’ora per i colloqui individuali ed un’ora e mezza per i colloqui a cui partecipano più membri della famiglia (solitamente entrambi i genitori e il /i figli).
Hanno un costo di 65 euro se individuali e di 90 euro se partecipa più di una persona. Il costo degli incontri è detraibile come spesa sanitaria.
Cosa faremo
- Definiremo il problema ed il suo “perimetro”, cioè i personaggi della famiglia coinvolti
- Inquadreremo il problema in termini pratici e concreti delle situazioni e dei comportamenti in cui si manifesta
- Vi spiegherò il metodo di lavoro introducendovi alcuni concetti base su come funzionano le emozioni, sullo stile di attaccamento e sulla specifica fase di sviluppo che vostro figlio sta attraversando
- Ipotizzeremo come si sentono e cosa pensano i diversi personaggi coinvolti nelle situazioni problematiche
- Ipotizzeremo possibili cause psicologiche scatenanti il “problema”
- Cercheremo di darne una lettura condivisa della causa e della dinamica che mantiene il problema
- Ci prenderemo cura di pensieri, emozioni difficili da gestire per ciascun coinvolto
- Esploreremo strategie comportamentali alternative.
La base di questo lavoro comprende l’approfondimento e la presa di consapevolezza da parte dei genitori del loro stile di accudimento, cioè del modo in cui ciascuno si rapporta ed accudisce i propri figli non solo in termini di comportamenti visibili ma anche in termini di pensieri, aspettative ed emozioni, ad esempio le aspettative riguardanti cosa è desiderabile nella relazione genitore-figlio, come gestire situazioni dannose o pericolose che potrebbero verificarsi, e come ci si sente nei momenti di conflittualità o in caso di separazioni.
Il ruolo del genitore, e quindi il suo vissuto e gli stati d’animo con cui affronta i diversi aspetti del suo compito di accudimento, è infatti fondamentale per sostenere lo sviluppo non solo fisico, ma anche relazionale ed emotivo del bambino, che a sua volta cerca a livello innato una figura affettivamente significativa a cui rivolgersi. È proprio grazie alla reciproca interazione fra bambino e genitore che fin dalla prima infanzia si costruisce la dimensione mentale del bambino, il suo sé, e si può agevolare o inibire il suo sviluppo.
“Questo processo relazionale vede progressivi cambiamenti nel tempo e richiede un continuo ri-aggiustamento dell’equilibrio tra il ruolo di protezione svolto dal caregiver e i progressivi bisogni di autonomia ed esplorazione del bambino che cresce, rappresentando un vero e proprio compito di sviluppo congiunto” (Furio Lambruschi ““La genitorialità: strumenti di valutazione ed interventi di sostegno”).
In questo processo di scambio continuo la capacità di ascoltare e cogliere il significato dei messaggi che i figli di mandano, spesso in modo indiretto, sostenendoli con disponibilità ma anche sapendo costruire un sistema di regole applicabile e flessibile a seconda delle esigenze evolutive del momento.
Cosa mi porto a casa?
Approfondire gli episodi problematici consentirà al/ai genitori in difficoltà di comprendere i meccanismi emotivi dei loro comportamenti in un’atmosfera costruttiva e non giudicante.
Questo passaggio consentirà poi di individuare e sperimentare modalità relazionali alternative e più funzionali al raggiungimento dei bisogni di ciascuno, in un clima emotivo di disponibilità.
Spesso infatti dietro a situazioni presentate come problematiche esistono anche difficoltà emotive, momenti che richiamano pensieri e sensazioni critiche, difficili da gestire, ricordi di esperienze infantili negative con cui può essere difficile entrare in contatto o che non si sa come spiegarsi. Riflettere sulla natura implicita delle proprie reazioni e sul fatto che non sono associate “esplicitamente” alla sensazione di “stare ricordando qualcosa”, e focalizzare l’attenzione su questi automatismi che nei momenti critici predono il sopravvento migliora:
- La conoscenza di se stessi
- La capacità di entrare in sintonia con gli altri (e coi propri figli in particolare), limitando le fonti di difficoltà e stress.
Questo fornisce una lente d’ingrandimento diversa con cui osservare le situazioni che mandano i genitori in crisi: il perché di quei “capricci” o di quella crisi di rabbia, o delle motivazioni per cui al ragazzo è impossibile stare fermo alla scrivania a studiare, o non vuole più andare a scuola.
In generale questo percorso fornisce strumenti aggiuntivi ai genitori per strumento per gestire i momenti di crisi in maniera alternativa ampliandone sia la “disponibilità emotiva” ,
in termini di sensibilità, sia la capacità di strutturare in modo proattivo l’ambiente e le regole familiari, potenziando la capacità di costruire un clima positivo e sereno in famiglia.
Senza sapere come ascoltarsi a volte infatti è proprio difficile ascoltare, e in conseguenza, scegliere come è più efficace comportarsi.
Per valutare se questa esperienza fa per voi vi propongo un esercizio base tratto dal libro di D. Siegel in bibliografia:
Pensate a situazioni in cui voi ed i vostri figli avete reagito in modo differente. Cercate di analizzare gli eventi dal punto di vista dei vostri figli. In cosa è diversa la loro valutazione dell’esperienza? Come pensate che reagirebbero i vostri figli se offriste una spiegazione di come voi avete interpretato la loro esperienza?
Bibliografia
- “La genitorialità: strumenti di valutazione ed interventi di sostegno” Furio Lambruschi e Francesca Lionetti, ed.: Carocci 2015
- “Errori da non ripetere: come la conoscenza della propria storia aiuta ad essere genitori” Daniel Siegel Mary Hartzell, ed.: Raffaello Cortina 2003.