Mi separo?

È opportuno dare la priorità alle proprie esigenze di donna/uomo o adempiere alla nostra funzione di madre/ padre? Nel caso in cui il nostro rapporto di coppia sia in crisi questa domanda rappresenta un dubbio importante, dato che le esigenze delle parti coinvolte sono opposte: se come donna/ uomo desidereremmo separarci, sappiamo che come madre/ padre questa possibile separazione causerebbe sofferenze e possibili “danni” alla vita dei nostri figli.

Come orientarsi?

Non esistono manuali di istruzioni pre-confezionate, ogni storia d’amore è a se. È possibile individuare qualche costante che ci aiuti ad individuare una traiettoria che dovremo poi fare nostra.

Stare insieme per il benessere di altri, anche se sono i nostri figli, e per questo sopportare una situazione che ci rende infelici comporta rassegnazione e difficilmente è una strada salutare e perseguibile, anche perché farebbe accumulare frustrazioni, ed insicurezze che anche se in modo indiretto si percuoterebbero comunque sulla qualità di vita dei nostri figli.

Provare a rilanciare la nostra coppia per mantenere il benessere della famiglia già creata può essere un modo diverso di vedere la questione. In questo caso occorre che entrambi i membri della coppia si mettano in discussione per valutare se e come questo rilancio è possibile.

Nel caso in cui siate arrivati alla conclusione per cui non rimane che  separarvi, alcune informazioni per tenere la bussola delle necessità emotive dei vostri figli.

Comunicare la separazione

Non esistono informazioni così difficili da dare, a patto che siano adeguate: occorre parlare ai propri figli in modo aperto, spiegandogli in modo chiaro ed adeguato alla loro età che non si va più d’accordo e che per questo mamma e papà abiteranno in case separate ad esempio.

La mancanza di spiegazioni può essere rischiosa perché lascia lo spazio ai figli ci costruirsi ipotesi, azzarda. È comune infatti che, nonostante i nostri sforzi i nostri figli si accorgano che qualcosa non sta andando, e che provino a spiegarsi ciò che sta succedendo addossandosene la responsabilità. Sapere ciò che sta succedendo aiuta i bambini ad elaborarlo e a ritrovare serenità.

Per una comunicazione efficace e “politicamente corretta”: occorre che i figli non siano coinvolti in una delle parti del conflitto. Eventuali rivendicazioni, polemiche, critiche  andrebbero sospese nel loro interesse.

Separazione

È importante nella comunicazione mantenere il rispetto per il coniuge, perché questo rassicura i propri figli e non li mette nella condizione di prendere una posizione o di doversi sentire in colpa o sbagliati amando un genitore “sbagliato”.

La strategia ed i contenuti di questa comunicazione andrebbero condivisi fra i genitori per non generare confusione o fraintendimenti se i figli dovessero ascoltare diverse versioni sulla situazione.

In questo modo, se siete in grado di sospendere il conflitto personale, vi dimostrate capaci di collaborare insieme per l’interesse (superiore) che è quello della tutela del benessere dei vostri figli. Inoltre condividete una responsabilità senza che sia uno ad addossarsene una quantità maggiore, dando meno adito a future recriminazioni.

Se riuscite, è efficace comunicare in modo caldo ed affettuoso, in modo da trasmettere che, anche nella difficoltà, il vostro amore per loro non cambia e che farete di tutto per dimostrarlo.

Le reazioni dei figli

Le reazioni immediate dei figli possono essere varie e non troppo esplicative di come la prenderanno in seguito: c’è chi finge serenità, magari per compiacere, o chi sfoga la sua rabbia.

Qualunque sia la reazione è importante permettere loro di ‘non capire’ le nostre ragioni, di protestare o di arrabbiarsi: per quanto difficile e doloroso sia  per noi. Lasciarli liberi di sfogare la loro rabbia o il loro dolore. È una sfida difficile, ma è importante concedergli di potersi sfogare come si sentono, questo legittima i loro sentimenti e li aiuta ad affrontarli più serenamente.

A volte potrebbe risultare difficile dal resistere alla tentazione di tranquillizzarli, dando loro una versione semplificata, o edulcorata della situazione, ma questo può generare confusione e future possibili delusioni.

Può essere utile in questi casi rassicurarli spiegando che la separazione non dipende da loro, i motivi che vi hanno portato a separarvi nulla hanno a che fare con loro e che la situazione non cambierà il vostro amore come genitori.

Un altra modalità per rinforzare elementi positivi e tranquillizzare i vostri figli, anche se non viene spontaneo agli adulti coinvolti, è quello di trasmettere e ricordare ai vostri figli gli elementi positivi della vostra famiglia, i ricordi piacevoli, come sono andate bene le cose.

Contrastare la tendenza a ricordare solo aspetti negativi aiuta i figli a ricordarsi che l’amore per loro rimane. I ricordi positivi inoltre possono aiutarli a sostenere la tristezza o l’angoscia che in certi momenti sono inevitabili.

Separazioni ( o divorzi) sono momenti critici che generalmente comportano dolore ed angoscia in tutti i membri del nucleo familiare.

E le emozioni dei genitori?

Il momento, oltre ad essere doloroso di per sé, comporta la difficoltà di non poter lasciarsi andare a troppi sfoghi con i propri figli e dover tenersi dentro emozioni forti e negative.

Separarsi significa perdere una parte della propria identità che si era costruita con quella persona, abbandonare il ruolo che ci eravamo reciprocamente abituati ad abitare.

Come scriveva Bowlby “le emozioni più laceranti gli esseri umani le sperimentano in situazioni di costruzione, mantenimento e soprattutto rottura dei legami affettivi”.

Angoscia, vuoto, solitudine ed incertezze, senso di colpa.. Occorre affrontare ogni tappa del percorso accettandone le sfumature più dolorose per poi gradualmente lasciare spazio alle riflessioni su ciò che è successo, alle nostre responsabilità ed a quelle del nostro ex. Col tempo la ferita si rimargina e si rincomincia sperimentandosi in nuove abitudini, e si riesce con più naturalezza a guardare alla madre/ al padre dei nostri figli senza rancori, considerandolo come la persona con la quale abbiamo condiviso tanto, con le sue debolezze e punti di forza, e con la quale coordinarci costruttivamente come genitori.

Dopo le difficoltà iniziali a questo punto arrivano anche sviluppi positivi: meno conflittualità, sofferenza, e migliore organizzazione delle abitudini ad esempio.
Non perdere di vista che queste possibilità si verificheranno ci aiuta a transitare attraverso questi momenti difficili.

Un altro pensiero “bussola” da tenere presente è che la separazione in sé è dolorosa, ma eventuali danni a medio/ lungo termine non sono provocati da questo evento, ma dal modo che si ha di gestirlo, ad esempio se è presente una costante conflittualità fra i genitori.